I Radiohead

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  1. Smelling Drum
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    I Radiohead sono una rock band inglese proveniente dall'Oxfordshire, formatasi nel 1986 con il nome originario di On a Friday.

    I Radiohead rilasciarono il loro primo singolo, "Creep" nel 1992, tratto dall’album di debutto Pablo Honey (1993). La canzone fu un inaspettato successo mondiale, e almeno all'inizio, la band venne etichettata come una one-hit wonder. L'album, seppur ben accolto negli Stati Uniti, passò quasi inosservato in Inghilterra. Il successo in patria arrivò solo con il secondo album, The Bends (1995), che fece guadagnare alla band numerosi fans. La reputazione del gruppo crebbe ancor di più con l’uscita del terzo album; caratterizzato da un suono più esteso e dal tema ricorrente dell’alienazione moderna, OK Computer (1997) è riconosciuto da diversi critici come una pietra miliare nella musica rock degli anni ‘90.[3]

    Con i loro due album Kid A (2000) e Amnesiac (2001), usciti a distanza di soli otto mesi l'uno dall'altro, la popolarità dei Radiohead arrivò ai massimi livelli.[4] Con questi dischi cambiò radicalmente lo stile musicale, fortemente influenzato dalla musica classica contemporanea, dal free jazz e dall'elettronica più sperimentale. Il loro sesto album, Hail to the Thief (2003), caratterizzato da testi maggiormente rivolti all'attualità; è sembrato mescolare influenze da tutta la carriera della band.[5]

    I Radiohead, dopo quattro anni di assenza dalle scene, hanno recentemente completato le registrazioni del loro settimo album, intitolato In Rainbows, disponibile per il download digitale dal sito In Rainbows dal 10 ottobre 2007.[6] Il 3 dicembre 2007 è invece la data programmata per l’uscita della versione “lusso” del disco, chiamata “discbox”.[7] Recentemente, i membri della band hanno affermato di essere giunti alla firma di un contratto discografico con l'etichetta XL Recordings.[8] L'edizione standard in CD del nuovo album è uscita in Europa il 29 dicembre 2007.[9]

    La rivista Rolling Stone, nella sua classifica intitolata The 500 Greatest Albums of All Time,[10] ha incluso The Bends (#110), OK Computer (#162) e Kid A (#428). La stessa rivista ha inoltre inserito i Radiohead alla posizione #73 nella sua classifica intitolata The 100 Greatest Artists of All Time.[11]

    1986-1991: gli On A Friday
    La Abingdon School di Oxford, dove i futuri membri della band si incontrarono per la prima volta.Il primissimo nucleo della band è composto da Thom Yorke e Colin Greenwood, compagni di scuola alla Abingdon School di Oxford,[12] una scuola privata solo per maschi frequentata da tutti i futuri cinque membri della band. Nel 1986 i due, insieme a Ed O'Brien e Phil Selway, fondarono una band che chiamarono "On a Friday" (in riferimento al giorno della settimana in cui il gruppo si riuniva per le prove nell’aula di musica della scuola).[13]

    Ben presto, entrò nel gruppo anche Jonny Greenwood, fratello minore di Colin. Fu proprio l'ultimo arrivato a dare al gruppo il valore aggiunto che serviva: Jonny sin dall'infanzia aveva dimostrato un grande talento per la musica, e già intorno ai 13 anni (età in cui iniziò a gravitare intorno alla band del fratello e dei suoi amici) sapeva suonare numerosi strumenti con versatilità, essendo il più musicalmente istruito del gruppo. Il primo concerto della band si tenne alla “Jericho Tavern” di Oxford nel 1986. Jonny Greenwood, all’inizio, suonava la tastiera ma in seguito sarebbe diventato il lead guitarist della band.[13]

    A differenza di molte altre college band, scioltasi con la fine del periodo scolastico (tutti, tranne Jonny Greenwood, avevano lasciato Abingdon nel 1988 per frequentare l'università), gli On A Friday decisero di continuare a suonare insieme, riunendosi in tutte le occasioni possibili per provare.[14] Nel 1991, quando tutti i membri tranne Jonny avevano completato i corsi universitari, gli On a Friday si ricomposero, anche se per un breve periodo il loro nome cambiò in "Shindig". La band registrò dei demo tape, come Manic Hedgehog, e incominciarono a suonare dal vivo attorno ad Oxford, divenendo abbastanza famosi da apparire sulla copertina del magazine locale di musica Curfew.[15]

    Come aumentò il numero di concerti, case discografiche e produttori incominciarono a manifestare interesse su di loro.[14] Nel 1991, dopo che Yorke si fu laureato, gli On A Friday registrarono un nuovo demo, omonimo, con tre canzoni nuove; tra coloro che lo ascoltarono ci fu anche il produttore Chris Hufford, co-proprietario dei "Courtyard Studios" di Oxford, che assistette ad uno dei primi concerti della band alla taverna "Jericho".[14] Impressionato dalla band, produsse, insieme al suo partner Bryce Edge, un nuovo demo tape e divenne con quest’ultimo manager degli On a Friday. Ancora oggi, sono i manager dei Radiohead.[14]

    Nel frattempo, grazie alla diffusione di Manic Hedgehog, la fama degli On A Friday si era diffusa, così al concerto di novembre furono numerosi i discografici presenti, e nei giorni successivi all'esibizione il gruppo ricevette numerose offerte di contratti. L'ebbe vinta la EMI, con cui la band siglò nell’inverno del 1991 un contratto per la registrazione di sei album. Contratto che nacque grazie ad un incontro fortuito fra Colin Greenwood e Keith Wozencroft, il rappresentante della casa discografica, al negozio di dischi dove il bassista della band lavorava.[14] Su richiesta della EMI, la band cambiò il nome in Radiohead, inspirata dal titolo di una canzone dell’album dei Talking Heads intitolato True Stories.[14]


    1992-1994: Pablo Honey, l'esordio
    Drill, l’EP di debutto dei Radiohead, fu prodotto da Edge ed Hufford ai “Courtyard Studios” ed uscì il 5 marzo del 1992. Nonostante le aspettative, non andò bene nelle classifiche inglesi (il massimo fu la posizione # 101) e poco dopo, la band assunse come produttori Paul Q. Kolderie e Sean Slade – conosciuti per i loro lavori con Pixies e Dinosaur Jr. – per produrre il loro album di debutto, Pablo Honey, che fu registrato in tre settimane ad Oxford nell’autunno del 1992.[13]

    In questo album di debutto, imperniato su tematiche adolescenziali e decisamente influenzato dall'indie rock (R.E.M., Pixies, U2, Nirvana, Joy Division e The Smiths) compare il famoso singolo "Creep", grazie al quale la band attirò su di sè le attenzioni della stampa musicale britannica, anche se non sempre le critiche furono positive. Il magazine NME li bocciò molto pesantemente,[16] mentre la canzone non fu suonata su BBC Radio 1 perché ritenuta «troppo deprimente».[17] In seguito, furono estratti altri tre singoli: "Anyone Can Play Guitar", "Pop Is Dead" e "Stop Whispering".

    Colin Greenwood.Rassegnata all’indifferenza delle charts nel Regno Unito, la band iniziò nella primavera del 1993 il suo primo tour negli Stati Uniti, dove "Creep" aveva ricevuto un inaspettato slancio di popolarità. Quando i Radiohead arrivarono in America, "Creep" era in heavy rotation su MTV (da cui ricevettero il disco d’oro nell’aprile del 1993), ed era arrivata alla posizione #2 nelle classifiche rock della rivista Billboard ed al #7 quando fu ristampato nel Regno Unito quell’autunno. I Radiohead arrivarono ad un passo dallo scioglimento a causa della pressione generatasi dall’improvviso successo,[18] mentre il tour di supporto a Pablo Honey si estendeva per un secondo anno, e l’album continuava a guadagnare in popolarità internazionale, alimentato da "Creep", che rimane la più grande hit della band.[19] La canzone sarebbe diventata una vera e propria ossessione per il gruppo, che per molti anni si sarebbe rifiutato di suonarla dal vivo per evitare che i Radiohead fossero semplicemente identificati come "il gruppo di Creep”.

    Ad ogni modo, sebbene considerato dai critici il loro album più debole,[20] il primo lavoro firmato Radiohead contiene già a livello embrionale tutte le future caratteristiche del gruppo, che si assesteranno nel disco successivo, The Bends.


    1995-1996: The Bends, il successo in patria
    Dopo la fine del tour Americano, i Radiohead incominciarono a lavorare al loro secondo album, assumendo John Leckie, esperto produttore degli Abbey Road Studios già noto per i suoi lavori con Stone Roses e Magazine. Era alta la tensione, giacché la band si sentiva soffocata sia dal successo di "Creep" che dalle speranze montanti di un seguito superiore.[21] Secondo Leckie: «[Alle nuove canzoni] era rivolta la totalità delle nostre attenzioni, cercando di renderle magnifiche, immediate hits, numero 1 in America. Tutti si strappavano i capelli e dicevano «Queste canzoni non sono abbastanza buone!». Stavamo lavorando troppo duramente».[22]

    Tutto questo sfociò in una forte tensione e Yorke in particolare entrò in crisi. La band cercò allora di cambiare scenario, e sperando di ridurre la pressione andò in tour in Estremo Oriente ed in Australia. L’EP My Iron Lung, uscito nel 1994 , fu la reazione della band, segnando un passaggio fra lo stile di Pablo Honey e la maggiore profondità nelle musiche che sarebbe apparsa nel loro secondo album.[23] Il singolo omonimo fu un flop nelle radio commerciali, ma, attraverso una promozione nei canali underground, vendette meglio delle aspettative, portando alla formazione di uno zoccolo duro di fan dei Radiohead. Al ritorno dal tour in Asia (alla fine del 1994), in un clima più disteso, iniziarono le prove in studio, in un deposito di frutta nello Oxfordshire, proseguite poi ai Rak Studios. The Bends uscì il 13 maggio del 1995.

    Mentre la scena Britpop dominava l’attenzione dei media, i Radiohead erano visti come "outsiders", ma il successo in patria arrivò proprio con The Bends.[24] L’album era caratterizzato dai riff creati dai tre chitarristi e da atmosfere meno pesanti, inoltre, era maggiore l’utilizzo delle tastiere.[13] I singoli "Fake Plastic Trees", "Just", e "High and Dry", ottennero un buon successo nelle charts. Ripensando a quegli anni, Jonny Greenwood ha detto, nel 1998, «Penso che la svolta per noi venne circa 9 o 12 mesi dopo l’uscita di The Bends, quando entrò nei sondaggi e nelle classifiche di fine anno per il miglior album. Da quel momento ci sentimmo come se avessimo fatto bene a divenire una band».[25] Arrivò, infine, un successo ancora maggiore per l’album con l’uscita dell’ultimo singolo, "Street Spirit (Fade Out)", che arrivò alla #5 nel Regno Unito. Fu, fino al 1997, la più alta posizione raggiunta dalla band.

    Nell’estate del 1995, i Radiohead andarono in tour come spalla ai R.E.M., una delle band che li aveva maggiormente influenzati e, all’epoca, una fra le più importanti al mondo.[26] Introducendoli come gruppo spalla, Michael Stipe disse, «I Radiohead sono così bravi che mi fanno paura».[27] Il clamore generato da fans così importanti, insieme ad una serie di celebri videoclip come quelli di "Just" e "Street Spirit", aiutarono ad espandere la popolarità del gruppo fuori dal Regno Unito.

    Il batterista Phil Selway ha detto dell’album: «Quando uscì The Bends, tutti affermavano quanto fosse poco commerciale. Dodici mesi dopo era visto come un classico del pop. La casa discografica era preoccupata dal fatto che non ci fossero singoli estratti, e finimmo con cinque canzoni entrate nella top 30!».[28] Ad ogni modo, se la critica lo apprezzò, l’album ed i singoli non riuscirono a sovrastare il successo commerciale di "Creep".

    Thom Yorke
    1997-1998: OK Computer, l'acclamazione di pubblico e critica [modifica]
    Il febbraio del 1996 vede la collaborazione dei Radiohead, con l'inedita "Lucky", al The Help Album dell'organizzazione umanitaria War Child.

    La ricerca di nuove sonorità, più congeniali allo spirito del gruppo, divenne il trampolino di lancio per il definitivo successo di OK Computer. Con l’aiuto del produttore ed ingegnere acustico Nigel Godrich, che aveva lavorato con loro per "Lucky" e "Talk Show Host" (una B-Side usata nella colonna sonora del film Romeo + Giulietta) i Radiohead si autoprodussero il loro terzo album, iniziando a lavorare all’inizio del 1996. Le registrazioni presero avvio a luglio alla Fruit Farm [29] (ancora una volta in un deposito di mele, situato nella campagna attorno a Didcot nell’Oxfordshire) in cui Godrich allestì il Canned Applause Mobile Studio di sua invenzione; a questa sessione appartengono "Subterranean Homesick Alien", "Electioneering", "The Tourist" e "No Surprises", quest'ultima registrata il primo giorno. Avendo imparato da The Bends, la band decise di perfezionare le canzoni nei concerti, andando in tour come band di supporto ad Alanis Morissette, prima di completare le registrazioni. Le restanti tracce furono incise in una storica casa del XV secolo attualmente di proprietà dell'attrice Jane Seymour,[30] in un clima di particolare serenità. "Let Down" fu registrata alle tre di notte nella sala da ballo, "Exit Music (For a Film)" nella sala d'ingresso, entrambe "live". Durante le sessioni di registrazione, la band si rilassò ascoltando, fra gli altri, i Beatles, DJ Shadow, Ennio Morricone e Miles Davis.[13][25] L’album fu completato nell'inverno del 1996.

    OK Computer uscì il 16 giugno del 1997, ottenendo un’estesa acclamazione dalla critica.[3][13] Il nuovo album vide i Radiohead spingersi verso generi più sperimentali, come l’ambient e l’elettronica. I singoli rilasciati furono "Paranoid Android", "Karma Police" e "No Surprises". La prima scelta fu volutamente anticommerciale a causa della durata del pezzo (6 minuti e mezzo). Se le radio non lo passarono abbastanza, MTV lo mandò a ripetizione insieme al video, a cartoni animati, disegnato da Magnus Carlsson. Questa scelta fu solo la prima delle tante con cui i Radiohead si sarebbero spesso posti in aperta critica nei confronti del music business. Il singolo raggiunse immediatamente la terza posizione nelle classifiche inglesi.

    Il terzo disco dei Radiohead si impose appena uscito come uno dei più influenti album della storia del rock. L’album ottenne grandi lodi in particolare sulla componente lirica dello stesso, che affronta tematiche come la spersonalizzazione dell'individuo, il desiderio di fuga e il perdere se stessi, condite dal punto di vista musicale con immagini futuribili in un clima oscillante tra il surreale, la malinconia e l'isteria, tra il visionario e il paranoico.

    OK Computer fu il primo album della band a debuttare alla #1 nel Regno Unito, accompagnato anche da un gran successo commerciale in tutto il mondo. La band ricevette, fra gli altri riconoscimenti, anche un Grammy come "Miglior album alternative" e una nomination nella categoria "Album dell’anno".

    L’uscita di OK Computer fu seguita dall’ interminabile "Against Demons World Tour", che si concluse all’inizio del 1998. Grant Gee, il regista del videoclip di "No Surprises", accompagnò la band nel tour e filmò i concerti. Il risultato fu il documentario Meeting People Is Easy. Durante questo periodo la band rilasciò anche 7 Television Commercials, una compilation dei loro videoclip, insieme a due EP contenenti delle B-side da OK Computer. Il primo dei quali, Airbag/How Am I Driving? (differente solo per due canzoni dal secondo, No Surprises/Running From Demons), parve a molti un ponte fra le atmosfere progressive e alternative dell’ultimo album ed i loro successivi lavori, orientati maggiormente verso l’elettronica e l’ambient.

    Si susseguirono numerosi impegni politico-sociali, per esempio i "Tibetan Freedom Concert" di New York e Amsterdam e varie collaborazioni con altri artisti. In occasione di questo importante evento Thom Yorke raggiungerà sul palco Michael Stipe dei R.E.M. per duettare durante l'esecuzione di Be mine e per prendere il posto originariamente destinato a Patti Smith durante E-bow the letter.


    1999-2001: Kid A e Amnesiac, la sperimentazione
    Jonny Greenwood.I Radiohead, ormai esausti a causa della fama e sull’orlo dell’esaurimento psicofisico dopo l’“Against Demons World Tour”, rimasero totalmente inattivi durante il resto del 1998. L’unica esibizione pubblica della band fu al concerto organizzato da Amnesty International a Parigi, mentre nel 1999 solo Thom e Jonny fecero un’apparizione al Tibetan Freedom Concert di Amsterdam. Yorke più tardi ammise che durante quel periodo la band era arrivata ad un passo dallo scioglimento, e affermò inoltre di essere caduto in depressione: «La vigilia di Capodanno del '98 fu uno dei peggiori giorni della mia vita... Mi sentii come se fossi uscito di senno. Ogni volta che imbracciavo una chitarra, provavo un enorme disgusto».[31]

    All’inizio del 1999 i Radiohead incominciarono a lavorare al seguito di OK Computer, anche se ciò avvenne con una maggiore disorganizzazione rispetto ai loro album precedenti. Sebbene non ci fosse più una qualunque pressione da parte della EMI, le tensioni nel gruppo erano alte. Tutti i membri avevano differenti opinioni riguardo al futuro della band. In particolare, Ed O'Brien voleva dare alla band uno stile più pop, caratterizzato da canzoni più brevi ed un maggior uso delle chitarre,[31] mentre Yorke, che spingeva in una direzione più sperimentale, era affetto dal caratteristico blocco dello scrittore.[32] Alla fine, tutti si accordarono sulla direzione da intraprendere, ridefinendo una volta per tutte i ruoli di ciascun membro della band.[33]

    Per la prima volta, si registrò senza prendere in considerazione le prove che si potevano effettuare attraverso i concerti, isolandosi insieme a Nigel Godrich in una serie di differenti studi a Parigi, a Copenaghen, a Gloucester, ed al loro studio di proprietà di Oxford. Nel 1999 e nel 2000 la band suonò inoltre diverse nuove canzoni in una serie di concerti via web, in modo da informare i fan sull’andamento delle registrazioni.

    I Radiohead, all'apice della loro carriera, quando avrebbero tranquillamente potuto continuare sull'onda di canzoni come "Karma Police", scelsero invece di cambiare radicalmente approccio alla musica. Le nuove canzoni erano caratterizzate da uno stile più minimalista e meno fitto, con poche chitarre riconoscibili (fatto rilevante, per una band con tre chitarristi), poche strofe, pochi ritornelli o trovate accattivanti. Altro fatto che contraddistingueva le canzoni era la presenza di una maggiore gamma di strumenti, come l’onde martenot, ritmi elettronici programmati via computer, e diversi strumenti usati nel jazz. Le registrazioni furono completate nell’aprile del 2000, dopo quasi 18 mesi.

    Kid A, uscito il 2 ottobre 2000, fu il primo di due album nati da queste sessioni. Pervaso da un’atmosfera criptica e claustrofobica, l’album stordì l’industria musicale e gran parte dello “zoccolo duro” di fan della band, grazie al completo abbandono delle composizioni passate e delle convenzioni pop. Anche se la band non rilasciò nessun singolo, alcuni "promos" di "Optimistic" ed "Idioteque" risuonarono a lungo nelle radio commerciali.[34] Invece dei singoli, fu creata una serie di "blips" o "antivideoclip" dai registi Chris Bran, dal colletivo Shynola e dal collaboratore artistico di lunga data della band Stanley Donwood (curatore dell'artwork di tutti gli album della band), che furono distribuiti gratis via Internet.[35] I "blips" constavano di video animati della durata di trenta - novanta secondi, contenenti degli estratti (spesso remixati) di ogni traccia dell’album.

    Kid A costituisce la più grande hit mondiale (a livello di album) del gruppo, essendo riuscito a debuttare alla posizione #1 dei dischi più venduti in diversi paesi, inclusi gli Stati Uniti. Il suo debutto in cima alle classifiche di Billboard - classifiche dove il celebratissimo OK Computer era arrivato alla #21 - fu una novità per i Radiohead, che furono identificati come una delle poche realtà britanniche riuscite a penetrare nel mercato statunitense. Il successo commerciale dei Radiohead ha avuto diverse attribuzioni; ad esempio all’hype (termine inglese traducibile come “polverone mediatico”) ma anche alla disponibilità di poter scaricare l’intero album sul network di file-sharing Napster pochi mesi prima dell’uscita;[36] e all’attesa di un seguito del best-seller OK Computer.[37] Nel 2001, Kid A ricevette un Grammy Award nella categoria "Migliore album alternative" ed una nomination per la categoria "Album dell’anno". Diversi critici acclamarono i Radiohead come una delle più importanti band al mondo, e l’album sembrò cementificare l’immagine enigmatica della band, facendogli guadagnare diverse lodi per il coraggio e le novità dimostrate, specie nell’ambito delle strategie promozionali.

    Ciononostante, l’album non ottenne solo lodi. A detta di Jonny Greenwood, le critiche più pesanti all’album furono fatte da chi «[All’uscita di Kid A] si aspettasse un album che combinasse OK Computer e The Bends».[38] Altri criticarono i Radiohead per essersi fatti portavoce di stili musicali underground ed essersene presi tutti i meriti. Similmente, i fan della band si divisero; da una parte, coloro che dall’ascolto dell’album erano rimasti sconcertati o disorientati, dall’altra, coloro che -in maggioranza- ritenevano Kid A il miglior disco del gruppo.[39]

    Ed O'Brien contestò all'inizio il cambiamento di sonorità intrapreso con Kid A.Nei precedenti tour, la band si era esibita anche in diverse manifestazioni che, oltre a essere vaste dal punto di vista dell’organizzazione, lo erano anche dal punto di vista delle sponsorizzazioni. Così, nell’autunno del 2000, i Radiohead, inspirandosi al libro anti-globalizzazione di Naomi Klein intitolato No Logo organizzarono un tour in Europa in un padiglione mobile libero dalla pubblicità; la band suonò in tre date in Nord America, dove non si esibivano da oltre due anni. La band ne approfittò per suonare, oltre alle nuove canzoni, anche altre che non erano ancora state rilasciate, ma già registrate.[40] I concerti si svolsero in piccoli teatri che registrarono subito il tutto esaurito.[41] Avendo bocciato la possibilità di un doppio album prima di Kid A, i Radiohead programmarono l’uscita di un altro lavoro contenente il materiale rimanente.[42]

    Amnesiac, uscito il 4 giugno del 2001, comprendeva queste tracce aggiuntive. L’album era concepito dalla band come una sequenza di canzoni complementare ma distinta da quella di Kid A, tanto che la connessione fra i due album fu resa esplicita con la presenza, in entrambe le tracklists, di due differenti versioni della traccia "Morning Bell". Amnesiac vide la fusione del sound della band in un ibrido formato dall’elettronica d’avanguardia e l’art rock, mentre Kid A conteneva maggiori influenze dal jazz, e canzoni leggermente più orecchiabili. La ballata "Pyramid Song" fu il primo singolo della band pubblicato dal 1997, arrivando alla top 5 nel Regno Unito, seguita da "Knives Out". Diverse furono le critiche rivolte ad Amnesiac riguardo ad una mancanza di coesione fra le canzoni; ciononostante, l’album ottenne diverse lodi ed anche un ampio successo commerciale.[43]

    Dopo l’uscita di Amnesiac, i Radiohead si imbarcarono in un nuovo tour mondiale, arrivando in Nord America, Europa e Giappone. Inoltre, parteciparono ad un mini-festival estivo al South Park di Oxford — il loro primo concerto nella città natale da diversi anni — insieme a Beck, i Sigur Rós, i Supergrass, e Humphrey Lyttelton, che aveva suonato la tromba nell’ultima traccia di Amnesiac, "Life in a Glasshouse". Nel novembre 2001 uscì L'EP I Might Be Wrong: Live Recordings (contenente otto tracce live registrate durante il tour europeo, tra cui l'apprezzata B-side "True Love Waits" risalente al 1995 e presentata per la prima volta quell'anno durante il concerto al Luna Theatre di Bruxelles), che chiuse simbolicamente questo periodo.


    2002-2004: Hail to the Thief, il ritorno alle origini ed una pausa [modifica]
    Phil SelwayI Radiohead tornarono in tour in Portogallo e Spagna durante il luglio e l’agosto del 2002, suonando nuove canzoni. Usando quest’opportunità per testare e completare le canzoni davanti ad un pubblico di fans, la band completò le registrazioni del sesto album in due settimane, fra Los Angeles (insieme a Nigel Godrich) ed Oxford. I membri della band hanno affermato più volte come l’album avesse avuto delle sessioni di registrazione più rilassate rispetto a quelle di Kid A ed Amnesiac. [12]

    I Radiohead rilasciarono il sesto album, Hail to the Thief, il 9 giugno del 2003. Come era già accaduto anche agli ultimi album della band, quest’ultimo fu acclamato dalla critica grazie al suo mix di influenze apprese dai lavori iniziali della band, combinando chitarre, atmosfere elettroniche e testi maggiormente rivolti all’attualità.[5] Annunciato come «il ritorno della band alle chitarre», l'album si apre con il suono prodotto dallo spinotto della chitarra di Jonny Greenwood nell'amplificatore. L’album, che ottenne molte recensioni positive, fu però visto da alcuni critici come un semplice «stare a galla» musicalmente, in contrasto con la continua ricerca di nuove sonorità incominciata con OK Computer.[44]

    Ciononostante, Hail to the Thief fu il quarto album di seguito della band a debuttare alla #1 in Gran Bretagna. I riscontri delle vendite in America furono più moderati, con la #3 raggiunta nella Billboard chart. Il primo singolo estratto, "There There", rappresentò il ritorno della band nelle playlists radiofoniche statunitensi. Ai Grammy, l’album fu nominato nella categoria "Migliore album alternative", mentre il produttore Nigel Godrich ottenne il Grammy al "Best engineered album".

    Sebbene il titolo Hail to the Thief ("Osanna al ladro" in inglese) sembrasse un commento alle controverse elezioni presidenziali statunitensi del 2000, Yorke ha negato tutto ciò, affermando che i testi dell’album erano solo fino ad un certo punto influenzati dagli eventi mondiali avvenuti fra il 2001 ed il 2002, ma ha anche detto che «Fui davvero stupito da questa magnifica, potente frase… Credo davvero che noi non abbiamo scritto un disco [esclusivamente] di protesta o di carattere politico».[12] Il titolo dell’album era accompagnato (come anche tutti i titoli dei brani) da un sottotitolo: The Gloaming, il crepuscolo come visione dell'attuale momento storico.

    Dopo l’uscita di Hail to the Thief, i Radiohead iniziarono il loro tour internazionale, che incominciò nel giugno del 2003 con una performance come headliner al Glastonbury Festival, e finì un anno dopo al Coachella Festival. Nel 2004, la band rilasciò il loro ultimo disco pubblicato per l’EMI, l’EP COM LAG (2plus2isfive) che conteneva molte delle B-sides da Hail to the Thief. Dopo il tour, la band tornò in studio ad Oxford, ma presto arrivò una lunga pausa, nata dal fatto che Ed O'Brien e Colin Greenwood aspettavano dei figli e avevano perciò bisogno di tempo da trascorrere con le proprie famiglie. Liberi da ogni obbligo contrattuale, i Radiohead trascorsero il resto del 2004 fra riposo e progetti solisti, primo fra tutti, quello di Yorke. A dicembre, la band rilasciò una versione DVD del loro show televisivo via Webcast, The Most Gigantic Lying Mouth of All Time.


    2005-oggi: In Rainbows, "paghi quanto vuoi" [modifica]
    I Radiohead dal vivo al Greek Theatre di Berkeley il 23 giugno 2006. Da sinistra: Colin Greenwood, Thom Yorke e Phil Selway.I Radiohead hanno incominciato a lavorare sul loro settimo album nel febbraio del 2005.[45] A settembre, fu registrata una nuova canzone, intitolata "I Want None of This", per il secondo album dell’organizzazione War Child, Help: A Day in the Life. L’album fu venduto online, e "I Want None of This" fu la traccia più scaricata.[46] A metà del 2006, I Radiohead organizzarono un tour in Europa e Nord America. Nella scaletta dei concerti, figuravano tredici nuove canzoni su cui il gruppo stava lavorando. Sebbene le sessioni di registrazione fossero iniziate sotto la supervisione del produttore Mark "Spike" Stent, [47] dall’autunno del 2006, la produzione passò sotto l’egida di Nigel Godrich. L’album fu completato nel giugno del 2007.

    La sessioni si erano svolte quando la band era ancora senza un contratto discografico, essendo concluso quello con la EMI nel 2004. In un’intervista del 2006, Thom Yorke aveva affermato che «per la prima volta, non abbiamo scadenze da rispettare - è un’esperienza tanto liberante quanto frustante».[47] Ma poco prima che la band incominciasse a scrivere nuove canzoni, Yorke rilasciò un’intervista al magazine TIME in cui affermò: «Mi piacciono le persone che lavorano alla nostra casa discografica, ma […] probabilmente proveremmo un perverso piacere nel mandare a farsi fottere questo decadente modello di business».[48] Questa dichiarazione di Yorke lasciava intendere che la band avrebbe intrapreso una nuova strada per quel che riguarda la distribuzione del settimo album. Infatti, già dall’estate del 2006 circolavano voci della probabile uscita di una raccolta di EP in sostituzione del nuovo lavoro. Tuttavia, la strategia adottata dai Radiohead era differente.

    A partire dal settembre del 2007, i visitatori del sito ufficiale della band erano stati reindirizzati ad un nuovo sito creato per ricevere prenotazioni per l’album, chiamato In Rainbows, che sarebbe stato rilasciato in due formati. Il primo consiste di un download digitale di tutte le tracce dell’album in formato mp3 per il quale il consumatore può liberamente decidere il prezzo (volendo, quindi, si può scaricare l’album anche gratis).[49] Il download dell'album avviene a bitrate costante 160, senza DRM né watermarking.[50] Il secondo formato consiste invece di una versione più completa dell’album, chiamata "discbox" che include il CD di In Rainbows, un bonus CD contenente altre 8 canzoni, un’edizione in vinile di In Rainbows contenuta in due dischi ed un artbook. Questa edizione "discbox" è disponibile per la prenotazione dal sito web "In Rainbows" per 40 sterline (circa 57 euro), ed è stata rilasciata all’inizio del mese di dicembre 2007.[6] È stato affermato che nel giorno della sua uscita, l’album sia stato scaricato da 1.2 milioni di persone,[51] mentre le prenotazioni sarebbero ammontate a tre milioni.[52] La band, comunque, non ha rilasciato una cifra ufficiale del numero di download e prenotazioni di In Rainbows, affermando che la distribuzione via Internet era un espediente per fare incrementare le vendite del disco

    Formazione
    I Radiohead sono uno dei pochi gruppi la cui composizione non è mai variata nel corso degli anni:

    Thom Yorke - voce principale, chitarra ritmica, pianoforte.
    Jonny Greenwood - chitarra principale, tastiere, sintetizzatore, elettronica, arrangiamenti degli archi, organo.
    Ed O'Brien - chitarra, voce armonica, cori.
    Colin Greenwood - basso.
    Phil Selway - batteria, percussioni, cori.

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  2. bardo12
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    non riescono a piacermi...
     
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  3. Smelling Drum
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    Prima mi piacevano di +!!!
    Mi piacciono di più le canzoni che hanno fatto al loro esordio ke quelle ke hanno fatto negli ultimi tempi!!! ;)
     
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  4. .Chad!
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    Riprendo questo topic per riporre la vostra attenzione sul loro nuovo album. Per me è uno spettacolo, finalmente sono tornati i Radiohead di Kid A senza più esperimenti hard rock. Tho King Of Limb: 40 minuti di musica fatta ad arte ed in modo unico.
    Lo consiglio.
     
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  5. Radioactive Toy
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    CITAZIONE (.Chad! @ 13/4/2011, 18:07) 
    Riprendo questo topic per riporre la vostra attenzione sul loro nuovo album. Per me è uno spettacolo, finalmente sono tornati i Radiohead di Kid A senza più esperimenti hard rock. Tho King Of Limb: 40 minuti di musica fatta ad arte ed in modo unico.
    Lo consiglio.

    per me sono il più grande gruppo della nostra epoca...

    molto bello King Of Limbs, un disco intelligente, coraggioso, come sempre grandissimi.

    anche se non capisco dove hai sentito gli esperimenti hard rock
     
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  6. .Chad!
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    Beh diciamo che con In Rainbows si erano cimentati in un rock classico, o almeno hanno provato ad avvicinarsi, e il tentativo mi ha deluso non poco. Si ho sbagliato a scrivere intendevo il rock classico non l'hard.
    Comunque quell'andamento un po' funky in Moning Mr. Magpie dopo quel ritmo un po' marciato di Bloom è geniale. Per non parlare di Separator che ti chiude tutto con delle chitarre modernissime e la batteria un po' saltellata. Poi sintetizzatori usati ad arte. Davvero un bel disco.
     
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  7. Raise
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    Geni! il mio album preferito è the bends

     
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    Moddazzi mettete il spoiler la bio della band xD
    Non mi piacciono minimamente.
     
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  9. davide263
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    se non ti piacciono non leggerla no??
     
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8 replies since 2/9/2008, 13:22   127 views
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